{___OJAMAJOdoremi~the best MAJOKKO anime;

Fan Fiction Random, KHR x OC

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Miyu~Skye
view post Posted on 19/1/2010, 12:57




La ragazza, con un sospiro, guardò il soffitto della stanza. Uffa, che noia. Non sapeva che fare; aveva giocato per l’ennesima volta al suo videogame preferito. Aveva visto per l’ennesima volta la serie completa del suo telefilm preferito. Aveva dormito così tanto da farsi passare il sonno per i prossimi cent’anni. Forse, avrebbe giocato di nuovo al videogame. Almeno l’ora di pranzo sarebbe arrivata più in fretta. Aveva acceso il pc, si era già posizionata per la partita, quando sentì il cellulare squillare. Chi poteva mai essere?
“Pronto?”
“Ehi, ciao Miyu! Sono Violet! Che stai facendo?”
“Il solito. Sto giocando al pc.”
“Ehi, ti va questo pomeriggio di venire all’ufficio del mio fidanzato?”
Oddio. Non avrò mai finito la mia partita entro questo pomeriggio. Ecco il primo pensiero della ragazza. Però poi sopraggiunse anche il pensiero che, forse, uscire un po’ da casa, le avrebbe fatto solo bene. Dall’altra parte della cornetta si sentiva la voce del ragazzo di Violet ribadire per l’ennesima volta che “quella era la Base Melone, non il suo ufficio”, mentre la ragazza faceva orecchie da mercante e continuava a chiamarlo ufficio.
“Mh, ok va bene. Ci sarò.”
“Verso le tre passo a prenderti, ok?”
“Va bene, a dopo. Ciao.”
Mentre riattaccavo sentivo le voci dei due ragazzi disquisire ancora sul fatto della Base che si era trasformata in ufficio. Che carini. Certo che Violet era stata fortunata a trovare quel ragazzo. Così per caso poi. La ragazza si ricordava di quella volta che la sua amica glielo aveva presentato: soprattutto di quanto era nervoso quel ragazzo. Fortuna che c’era la sua amica a calmarlo, e lui quando arrossiva la faceva morir dal ridere. Ah, che carini, si ripetè la ragazza.

“Sarebbe questo l’ufficio del tuo ragazzo? Carino, non l’avevo mai visto.”
“E’ una base, ti prego, già a Violet non entra in testa…”
“Ok, ok. Comunque, carino. Anche spazioso. E poi… che bellezza! Tutti questi computer! E quella cosa laggiù cos’è?”
Lo sguardo di Miyu si posò su una specie di piedistallo. Si avvicinò per vedere meglio com’era fatto.
“Ah-ah, ferma. Ehm, questo aggeggio serve per spostare le varie stanze della base, come un puzzle.”
“Quindi puoi spostare le stanze a tuo piacimento, per esempio mettere quella in alto a sinistra in basso a destra?”
“Precisamente.”
“Oh, ma è fantastico!”
“Eh sì… Ah, Violet! No aspetta non toccare il pc!”
Ed ecco precipitarsi il ragazzo verso la sua amica per impedirle di cancellare chissà quali importantissimi files. Miyu restò ancora per un po’ a fissare quell’aggeggio, il quale le piaceva molto. Avrebbe voluto provare a usarlo, ma così facendo avrebbe aumentato di un bilione di volte l’assai grande stress del povero Shoichi.
“Oddio! Dove ho messo quel foglio importante?! Ngh… mi fa male lo stomaco…”
Povero ragazzo. Quando era troppo nervoso il suo stomaco non reggeva e si accasciava a terra. Forse avrebbe dovuto imparare a godersi la vita un po’ di più. Fortuna, pensò ancora una volta Miyu, che aveva la sua amica come fidanzata.
“Dai, Shoichi, ci sono qui io… va meglio?”
“Ah… g-grazie…”
Il fatto che il ragazzo avesse i capelli rossi, unito a quando arrossiva, faceva di lui un perfetto pomodoro. Poi nella testa di Miyu si svilupparono strane immagini di Shoichi a forma di pomodoro che cercò prontamente di togliersi dalla testa. E le venne anche in mente che, forse, doveva lasciare un po’ da soli i due fidanzatini. Chissà com’è, ma la scusa del bagno è sempre la migliore. Forse perché non si può mai sapere se stai mentendo o dici la verità e, onde evitare di causare guai alla persona che ne ha bisogno, non si fanno mai storie. Dopo essersi fatta spiegare tre volte per paura di perdersi da Violet e Shoichi dov’era il bagno, Miyu uscì dalla stanza avviandosi verso la sua meta.
In effetti, aveva bisogno di andare al bagno, quindi quella non era una scusa vera e propria. E poi era curiosa di vedere come potesse essere il bagno in un così tanto lussuoso edificio. Con questi pensieri per la testa, Miyu continuò a percorrere il corridoio.

Nel frattempo, dall’altra parte della base, il tecnico ufficiale dei Millefiore, stava lavorando come suo solito a un nuovo progetto di Mosca. Stava cercando di sviluppare un nuovo prototipo che fosse stato più potente e in grado di respingere anche l’X-Burner del Decimo. Era da parecchio tempo che ci lavorava e aveva quasi ultimato il suo lavoro. Ci erano voluti mesi di ricerche per arrivare a quel punto. Con enorme soddisfazione, finì di stringere l’ultimo bullone e si mise a contemplare la sua creatura. Aveva fatto PROPRIO un bel lavoro, era pienamente soddisfatto di sé. L’unica cosa che rimaneva adesso, era il collaudo. Spanner non era un tipo che lasciava che certi avvenimenti fossero dovuti al caso. Aveva programmato meticolosamente le sue ore di lavoro al progetto in modo da assicurarsi da finire il lavoro quel giorno lì. Questo perché gli altri membri dei Black Spell erano fuori per una ricognizione e lui aveva tutta la base per sé. È vero che rimaneva Shoichi e qualcuno dei White Spell, ma sapeva che non ci sarebbero state obiezioni. In fondo, lui era capacissimo di controllare la sua creazione e non l’avrebbe di certo andata a provare vicino ai loro uffici. Preso il telecomando del robot e aperta la porta del laboratorio, l’uomo uscì assieme alla sua creazione, pronto per il collaudo.

“No, no! Violet, ti prego! Non toccare quella macchina!”
“Eddai, perché no? Facciamo uno scherzo a Miyu! Sposterò le stanze in modo da non farle più trovare l’ufficio!”
“… va bene, basta che dopo le rimettiamo apposto”
“Grazie amore!!”

In quel momento sotto i piedi di Miyu, il pavimento iniziò a muoversi e la ragazza cadde a terra. Con gli occhi sbarrati fissò le pareti che intorno a lei si muovevano, cercando disperatamente un appiglio che non trovava, nel caso che il pavimento fosse sprofondato. In mancanza di meglio, e data la sua totale impotenza, la ragazza chiuse gli occhi, sperando che quella cosa finisse presto.

“Ma… hai spostato Miyu nel territorio dei Black Spell…! Fortuna che oggi non ci sono altrimenti erano guai seri…”
“Se dovevo farle uno scherzo, dovevo farlo per bene no? Ho dovuto spostarla molto in là, in modo tale da non farle trovare la strada facilmente!”
“Quando ci chiama la andiamo a riprendere, ok?”

Per fortuna. Tutto quel movimento di pareti si era fermato. Dopo un primo momento di sollievo a causa del pavimento che non era sprofondato, Miyu, comprendendo la causa di tutto quel movimento riprese più spavento di prima. Doveva essere sicuramente l’aggeggio di Shoichi che sposta le stanze della Base, era l’unica ipotesi possibile. Bene, adesso Miyu conosceva la causa. Il problema è che la sua stanza, adesso, era finita chissà dove, in quell’enorme posto. La ragazza riusciva ancora a ricordare la pianta della base posta davanti al piedistallo ed era praticamente enorme. Si girò a vedere se la porta del bagno le era ancora a fianco, ma, come volevasi dimostrare, era finita chissà dove. Quindi, se già lei non sapeva orientarsi corredata di mappa, figurarsi con tutte le stanze spostate. E in più, doveva anche andare in bagno. Che bellezza. Forse, sarebbe dovuta rimanere a casa. Forse sì. Con un sospiro più sospiroso del solito si mise in piedi e, tenendosi una mano sulla pancia, avanzò lungo il nuovo corridoio. Se si era persa, voleva almeno raggiungere un bagno random per poi aspettare i provvidenziali soccorsi dei due fidanzati, che sicuramente erano gli artefici di tutto ciò. Fosse stato per lei si sarebbe fermata pure lì, tanta era la paura di perdersi ancora di più, ma il bisogno fisiologico era più importante. E poi, aveva già toccato il fondo no? Perdersi più di così le pareva impossibile. Con questi pensieri nella testa, continuava a camminare lentamente lungo il corridoio.

“Chissà perché Shoichi ha spostato le stanze della Base… non c’è nessuno da depistare, mi sembra.”
Anche Spanner, nonostante lo spostamento non avesse toccato la parte dei Black Spell, si accorse della modifica. Probabilmente i rumori delle stanze che si muovevano avevano raggiunto anche lui durante il suo collaudo. In ogni caso non c’erano problemi per il collaudo, visto che comunque la base dei Black Spell era vuota e adesso che tutto quel rumore si era fermato, Spanner era pronto per incominciare a collaudare il suo nuovo robot. Appena premuto il pulsante di invio, il robot iniziò ad alzarsi da terra, per poi partire a velocità massima verso l’altra parte del corridoio.
“Mh, forse ho messo un po’ troppa potenza nei razzi.” Constatò Spanner. “dovrò rimediare. Però adesso devo andare a riprenderlo, chissà dov’è finito” pensò ancora seguendo la scia che il robot aveva lasciato.

Miyu era esausta, ma soprattutto non ce la faceva più. Aveva camminato per un po’, ma di un santo bagno… nessuna traccia. Forse avrebbe fatto meglio a sedersi per terra cercando di non pensarci e aspettare l’aiuto dei due. Sì, avrebbe fatto così, per la sua salvezza. Stava per sedersi a terra, quando sentì uno strano rumore provenire da davanti a lei. Non sembrava un passo umano, bensì un rumore meccanico. Quei due si stavano divertendo di nuovo a spostare le stanze? Ma certo, è un passatempo come un altro, no? Però, a pensarci bene, quel rumore era molto più simile a quello di un razzo. “Un missile?” fu il suo primo pensiero. Ma perché lasciare un missile random vagare così per la base? poi, da lontano, riuscì a scorgere una luce, e poi, mano a mano, una sagoma. Oddio! Ma quello non era un missile! Era un ammasso di ferraglia che correva all’impazzata verso di lei. Senza aver nemmeno il tempo di formulare ipotesi su cosa potesse essere chiuse gli occhi e si mise a terra, impaurita al massimo. Avrebbe preferito che le pareti avessero ricominciato a muoversi, piuttosto che avere un “coso” che passa a tutta velocità sopra la sua testa. Dopo quei dieci secondi di terrore che Miyu aveva passato aspettando che il coso la superasse tornò la calma nella base. Recuperata la lucidità, Miyu iniziò a chiedersi cos’era, ma soprattutto chi era quel pazzo che mandava in giro cosi del genere in un posto così tranquillo. Per la risposta alla prima domanda avrebbe dovuto attendere un po’, mentre la seconda risposta si apprestava a comparirle davanti. Infatti, tre minuti dopo, sentì un rumore, questa volta di passi grazie al cielo, venire verso di lei. Da lontano riuscì a distinguere una sagoma che via via si faceva sempre più distinta. Era un uomo, circa suo coetaneo, abbastanza alto, biondo, con gli occhi celesti e una divisa verde orrenda. Aveva addirittura una gamba del pantalone più su e una più giù. Chiunque fosse stato, Miyu doveva assolutamente fermarlo per chiedergli cos’era quella cosa che era passata, ma soprattutto se fosse ritornata indietro. Poi, avrebbe anche potuto chiedergli se sapeva dov’era il bagno e, forse riuscire a farsi accompagnare fino all’ufficio di Shoichi. Appena l’uomo le fu vicino gli si parò davanti e lui fu costretto a frenare. Dopo un primo momento di incertezza, Spanner si chiese chi fosse quella donna che gli aveva bloccato la strada. Era bassina, aveva circa la sua età, aveva occhi verdi e capelli castani. Non era una brutta visione, ma lui stava facendo un collaudo e non poteva perdersi in chiacchiere. Inoltre, non indossava né la divisa dei Black Spell né quella dei White, quindi non era nemmeno della famiglia. Forse aveva visto la sua creazione però.
“M-mi scusi! Vorrei chiederle una cosa… prima, stavo camminando tranquillamente quando a un certo punto sento un rumore provenire da lì e vedo un coso enorme che mi viene addosso a velocità elevatissima. Lei sa per caso di cosa si tratta?”
“Eh? Allora l’hai visto! Come ti è sembrato?”
“Come mi è sembrato? Bhè, non ho fatto in tempo a vederlo, ma era sicuramente orribile quel coso.”
“Ehi! Non chiamare la mia creazione “coso”! Si chiama Mosca, ed è la mia nuova invenzione! La stavo collaudando qui in corridoio.”
“Cosa cosa cosa? Allora sei tu il responsabile di tutto! Ma come ti salta in mente di fare un collaudo qui, in mezzo a un corridoio, dove di solito si sta tranquilli a passeggiare? Non hai un’area apposita?!”
“Il mio laboratorio è troppo piccolo. E poi oggi tutti gli altri sono fuori, quindi avevo campo libero. Sei tu che non dovresti essere qui.”
“Ehi, ma come ti permetti? Prima mandi un coso a tutta velocità per il corridoio che quasi mi investe e adesso mi dici anche che non dovrei essere qui?!”
“Cos’altro dovrei fare? Scusami, adesso devo andare a recuperarlo.”
E detto questo superò Miyu e si mise a correre verso il robot.
“Eh, no, caro, adesso non scappi!”
E così dicendo anche Miyu si lanciò all’inseguimento del ragazzo. Era così arrabbiata che il suo bisogno fisiologico si faceva sentire meno, ma era non era comunque in grado di correre più di tanto. Per fortuna dopo un po’ quel tizio si ferma e Miyu riesce a scorgere anche il coso che aveva lanciato. Perciò lo raggiunse, decisa a dirgliene quattro. Spanner la vide e spalancò gli occhi.
“Ma sei ancora qui?”
“Pensi che ti lascerò andare dopo che mi hai quasi investito?!”
“Ma eri tu che stavi nella sua traiettoria.”
“No, c’ero prima io su questo corridoio, mi spiace. E poi… ahio!” La ragazza si accasciò a terra. “D-Devo andare in bagno… dai, resisti Miyu…”
A quel punto l’altro si avvicinò incuriosito.
“Ehi, cos’hai detto?”
“Ho detto che devo andare in bagno. Sai dove poteri trovarlo? Almeno mi potresti aiutare in questo.”
“Intendevo dopo. Come hai detto che ti chiami?”
“Ma la ascolti la gente quando parla?! Comunque, mi chiamo Miyu, perché?”
“Miyu… allora avevo sentito bene! Ma sei italiana?”
“Sì, ma ho un nome giapponese, problemi?”
“Ah, io adoro il Giappone; sia per i loro modi di fare, che per il loro cibo e, soprattutto per la loro evoluzione in fatto di robot e tecnologia.”
“Anche a me piace molto il Giappone, la mia casa è arredata tutta in stile giapponese.”
“Fantastico! avevi bisogno di un bagno? Puoi usare quello del mio laboratorio, vieni.”
Detto questo, si incamminò verso il corridoio. Ma cos’aveva quell’uomo? Cioè, prima tenta di investirla, poi manco le chiede scusa e adesso le fa usare addirittura il bagno del suo laboratorio? Ce n’è di gente strana al mondo…! E poi non si era nemmeno presentato…
Arrivati al laboratorio, Miyu riuscì finalmente a sentirsi meglio e, quando ritornò nella sala principale per ringraziarlo, vide che aveva preparato del tè verde. Solo che lui stava lavorando al pc.
“Eh, grazie per l’aiuto. Io vado. Arrive-“
“Aspetta. Ti ho preparato del tè verde, non hai visto?”
Forse si riferiva alla tazza sul tavolo.
“Ma non l’avevi preparato per te?”
“La mia tazza l’ho già presa. Visto che sei un’amante del Giappone dovrebbe piacerti. È il mio preferito.”
“A-Anche il mio.”
Un po’ imbarazzata Miyu si mise seduta e iniziò a sorseggiare il tè.
“Com’è?”
“Ah…! Complimenti, è davvero buono, non pensavo che un uomo fosse in grado di preparare il tè verde così.”
“Ah… grazie.”
Era abbastanza piacevole stare lì, anche se quella stanza era davvero strana: c’era un angolo pieno di macchinari, pezzi di robot, attrezzi e cose così, mentre, l’angolo dov’era lei, era arredato in stile giapponese. Che strana persona doveva essere questo…
“Ah, non mi hai ancora detto come ti chiami.”
“Spanner.”
“Ah… molto piacere.”
“Piacere mio. Hai mai assaggiato il tè verde unito alla fragola?”
“Ah… cosa? Alla fragola? E come?”
“Vedi, la fragola è il mio gusto preferito.”
E così dicendo si girò e mi fece vedere che stava mangiando un lecca-lecca mentre beveva tè verde. Ecco cos’era quello stecchino che aveva in bocca.
“ah, capisco. Bhè, sinceramente, non ho mai provato.”
“C’è sempre una prima volta.” Disse Spanner, prendendo dalla tasca un lecca-lecca incartato e tirandolo alla ragazza. Miyu lo prese al volo e lo guardò. Aveva decisamente una strana forma.
“Che marca è?”
“Me li faccio da solo.”
“…davvero? Uao…” e così dicendo lo scartò e lo provò. Era molto buono, era anche fatto in casa.
“Ne faccio anche di diversi gusti, ma il mio preferito è la fragola. È quella che ci sta meglio col tè verde. Provalo anche tu.”
Con un sospiro Miyu seguì il consiglio di Spanner e prese un sorso dalla sua tazza. Si aspettava venisse fuori un mix orrendo, mentre in realtà il sapore era decisamente buono. Certo, un gusto particolare, ma non le dava fastidio. Anche se non era sicura di voler provarci di nuovo. Dopo aver finito la sua tazza, Miyu fissò quel ragazzo così intendo a lavorare. Solo non capiva perché invece di guardarla negli occhi, se ne stava lì a lavorare, ignorandola.
“Che stai facendo?” chiese, avvicinandosi e sedendosi accanto a lui. Dallo schermo del computer, sembrava che stesse programmando alcune funzioni del robot che l’aveva investito.
“Sto mettendo a posto Mosca. Spero di riuscirci entro oggi.”
“Uao, sei bravo a programmare; attento, lì hai mancato un punto e virgola.”
“Mh? Ah, giusto. Grazie. Ti intendi di programmazione anche tu? Non pensavo che certe cose interessassero alle ragazze.”
“in effetti non interessano a molte ragazze, anche a scuola, ero l’unica tra le ragazze che ci capiva qualcosa.”
“Mh, capisco…”
Il programma che stava scrivendo Spanner era molto interessante, anche se c’erano alcune funzioni che lei non conosceva. Cercò di capire lo scopo del programma, appoggiandosi alle sue conoscenze di programmazione. Intanto Spanner si girò a guardarla. Non seppe spiegarsene il perché, però quella ragazza era abbastanza interessante. Le piaceva il Giappone e si intendeva di programmazione, seppur basilare. E poi, i suoi occhi erano davvero interessanti. Sul viso di Spanner si formò un mezzo sorriso.
“Cavoli, ci sono tantissime funzioni e io ne conosco davvero pochissime! Sarebbe interessante però sapere a che servono le altre.” Pensò Miyu osservando le mani di Spanner che si muovevano veloci sulla tastiera.
“Ah… se vuoi posso dirti qualcosa io. In fondo sono un ingegnere e un meccanico.”
Cos..? oddio, l’aveva pensato ad alta voce!!
“Ah-ah, no, non volevo disturbarti! Davvero, sei molto impegnato e…”
“In fondo si tratta solo di alcune funzioni, le basi già le hai. E poi, potresti anche aiutarmi, visto che un po’ te ne intendi.”
“Ah… davvero? O-ok…” rispose la ragazza arrossendo leggermente.

Spero di continuarla xDDD
 
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